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Agonia di Gesù nell'orto
Divinissimo Spirito, illuminami nella
meditazione della Passione di Gesù, di
questo Dio che soffre, agonizza e muore per
amore della creatura.
L'uomo gioisce nella colpa ed il suo Dio per
il peccato s'attrista, pena, suda Sangue,
fra terribili agonie di spirito.
Che io possa penetrare nell'intimo dei Cuore
di Gesù per leggervi l'essenza delle sue
amarezze, che io possa confortarlo con il
mio amore. Addolorata Mamma Maria, uniscimi
con Te, per seguire Gesù.
Gesù entrato nell'orto degli Olivi dice ai
discepoli: «Vegliate e pregate per non
cadere in tentazione», state all'erta, par
che dica loro, perché il nemico non dorme,
premunitevi contro di lui con l'arma della
preghiera. Questa è l'ora delle tenebre, la
notte più orrenda della storia. Gesù è
estremamente triste. Egli priva la sua
sacrosanta umanità della forza che le
conferiva la Divinità, sottomettendola a
tristezza indefinibile, a debolezza estrema,
a mestizia ed abbandoni, a mortale angoscia.
Tutto, tutto è schierato contro di Lui per
tormentarlo e Gesù si atterrisce. Egli trema
come preso da febbre altissima, lo spavento
si impossessa ancora di Lui ed il Suo
Spirito languisce in mortale tristezza.
Egli, il Verbo eterno di Dio, ridotto alla
favola dei suoi nemici. Gesù si ritrae? No,
sin dal principio tutto generosamente
abbraccia senza riserva.
Quella Divina Faccia, che tiene estasiati in
eterna ammirazione della Sua bellezza gli
Angeli ed i Santi del Cielo, è sulla terra
tutta sfigurata! E' per riparare ed espiare
la mia alterigia che Gesù è stato ridotto
così, dinanzi al Padre Suo.
E per l'umiliazione del Suo Figlio diletto,
il Padre perdona alla creatura superba. Gesù
prega con tutta la fiducia di un Figlio.
Riconosce di essere il solo per tutti,
l'oltraggiatore della divina Maestà.
Riconosce di essere il solo che con il
sacrificio della sua Vita può soddisfare la
Divina Giustizia e riconciliare la creatura
con il Creatore. Si sente abbattuto ma lotta
accanitamente.
Mio Gesù, tutte le nostre debolezze le hai
prese per te.
Per conferire a noi la tua Forza, ti abbatti
così.
«Se è possibile, passi da Me questo calice!»
E' il grido fiducioso che invoca l'aiuto del
cielo. Mio Gesù, perché tu chiedi quello che
non vuoi ti sia concesso? il dolore e
l'amore. Ecco il grande segreto. Il dolore
che ti opprime ti porta a chiedere aiuto e
conforto, ma l'amore per soddisfare la
giustizia divina ti porta a gridare: «Non la
mia ma la tua volontà sia fatta!» O Gesù,
quante anime generosamente ferite da questo
tuo lamento, ti hanno fatto compagnia
nell'Orto del Getsemani, partecipando alle
tue amarezze ed alle tue angosce mortali. Fa
che anch'io entri nel numero di costoro per
poterti prestare un qualche sollievo e
cooperare con te alla propria ed altrui
salvezza eterna.
Gesù vede tutta la malvagità e la malizia
delle creature. Vede tutte le nefandezze, le
immodestie, le bestemmie. Vede tutti i
sacrifici. Come un mare fluttuante, questo
ammasso lo inonda, lo investe, l'opprime.
Egli, l'essenza della purezza, la santità
per natura, a contatto col peccato! Anzi,
come divenuto peccato Lui stesso. Chi può
comprendere l'orrore che ne sente? La natura
sua ne prova infinita nausea.
E' schiacciato, oppresso, abbattuto,
prostrato. Vorrebbe scuotere da Sé questa
immensa mole che lo schiaccia. Vorrebbe
scaricarsi di questo peso orrendo che lo fa
rabbrividire. Ma quale figura Egli deve
rappresentare? Di uomo lordo di tutte le
brutture dell'umanità. Gesù ritorna ancora
sul suo luogo di preghiera afflitto,
accasciato, e cade a terra; un'angoscia
mortale lo strazia. Egli versa in mortale
agonia, l'amore lo dilania e lo martoria. Il
timore lo scuote, lo fa tremare. La nausea
del puzzo, una noia intensa invade l'anima
sua. Il volto e la Persona sono tutti
bagnati di Sangue, il volto ne è tutto
intriso. E questo Sangue scende a purificare
la terra, perché è il Sangue dell'Uomo-Dio
che ascende a placare la Giustizia di Dio
irritata per le nostre colpe. Se l'infinita
Giustizia del Padre misura l'infinito valore
del Suo preziosissimo Sangue ed è
soddisfatta, l'uomo invece deve toccare con
mano che il suo Amore non è sazio di patire
per lui e si arresta, ma prosegue fino
all'estrema agonia sulla Croce, fino alla
morte ignominiosa su di essa.
Gesù ha pregato, per insegnarci ancora che,
quando l'anima nostra si trova in
desolazione, come la Sua, solo con la
preghiera cerchiamo conforto dal cielo. O
Gesù, che niente valga a staccarmi da Te, né
la vita, né la morte. Seguendoti in vita,
legato a Te appassionato, mi sia dato
spirare con Te sul Calvario, per ascendere
con Te nella gloria. Seguire Te nelle
tribolazioni e nelle persecuzioni, per
essere fatto degno un giorno di venirti ad
amare in Paradiso, per cantarti l'inno del
ringraziamento per tanto tuo patire.
Ma ecco che Gesù si leva da terra, asciuga
il suo Volto bagnato di Sangue e forte e
deciso si avvia verso l'uscita dell'Orto.
Dove vai, o Gesù? Dove vai così pronto,
risoluto, pieno di coraggio? A che ti
esponi? «Oh! Lo sento! L'arma della
preghiera mi ha fatto vincere e lo spirito
ha soggiogato a sé la debolezza della
natura; nella preghiera ho attinto forza ed
ora posso tutto affrontare. Segui il mio
esempio e tratta col cielo con la medesima
fiducia nel dolore come io ho fatto».
UN'ORA CON GESU' NELLA SUA AGONIA
L'ora dell'agonia è la più solenne e la più
penosa della nostra vita l'ora decisiva, che
risolve tutti i problemi dei lunghi o brevi
anni di esilio e di prova, per portarci
dinanzi al Principio e al Fine supremo
dell'esistenza! Tu, o dolcissimo Gesù,
venuto in terra a salvarci, hai voluto
assaporare la più atroce agonia, anzi
molteplici agonie in una, per prevenire, coi
tuoi meriti, per avvalorare con le tue pene,
a tutti noi, l'ora difficile e renderla
luminosa di speranze immortali!
Permetti che, con amore ed umiltà, con
profondo spirito di adorazione, contempliamo
l'anima tua agonizzante, nel giardino degli
ulivi, fermandoci a tre forme di amarissima
agonia, che ti degnasti soffrire per noi:
l'agonia dell'abbandono, del rifiuto, del
tradimento.
Oh! Quanto, quanto hai patito per noi, che
non sappiamo ripagarti con degno e forte
amore e nemmeno riusciamo a penetrare le tue
divine angosce, per compatire e parteciparle
almeno in minima parte. Degnati, con paterna
misericordia, di aprire alquanto la nostra
mente, per conoscere il tuo Cuore, il tuo
dolore, il tuo amore, affinché, commossi e
stimolati, possiamo corrispondere ai tuoi
grandi sforzi di guadagnare il misero nostro
amore! Vorremmo darti puro e, totale il dono
di noi stessi e, insieme, saper procurarti,
con la nostra fedeltà, tante, tutte le
anime, che ti stanno lontane e che Tu
desideri salve, poiché per tutte incontrasti
l'agonia, la croce, la morte! O dolcissima
Vergine Immacolata, nel tuo Cuore, che è
specchio di Quello di Gesù, donaci di
contemplare la sua Agonia!
Coepit contristari et moestus esse: Gesù
cominciò a rattristarsi e ad essere mesto!
La sua angoscia si presentò così profonda da
strappargli il gemito: «l'anima mia e triste
fino alla morte»! Non si rinchiuse, però,
solo nel suo dolore, ma sempre paternamente
interessato di noi, ci chiamò a partecipare
la sua agonia, perché ne avessimo il merito,
ne raccogliessimo i frutti e disse: «restate
qui e vegliate con Me».
Contempliamolo, entriamo, per quanto ci è
possibile, nell'anima divina di Gesù.
S'inoltrò solo a pregare e, più solo che
all'esterno, si sentì solo nell'intimo,
abbandonato, isolato, gettato in un deserto,
senza luce, senza conforto.
Il suo Cuore non avvertiva che la tristezza
immensa e andava naufrago, senza scorgere
tavola di salvezza!
Spontaneamente, con la più dolce fiducia
filiale, si rivolse al Padre dei Cieli, che
non Lo aveva lasciato mai solo; al Padre con
cui era Uno; Lo supplicò di risparmiargli
quel Calice, ma non ebbe risposta!...
O Gesù; noi non sappiamo nemmeno
lontanamente penetrare la pena amarissima
dell'abbandono del Padre, che, cominciando
nel Getsemani, ti torturò fino all'ultimo
tuo gemito sulla croce ma sappiamo, però, di
essere noi la causa di questo tuo atroce
martirio. Infatti: sollevandoti da terra,
dove stavi prostrato ti recasti dai tre
Discepoli e li trovasti addormentati!
Neppure un'ora sappiamo vegliare con Te ed è
per questo nostro abbandono che Tu soffri
l'abbandono del Padre Tuo: devi pagare le
nostre infedeltà, le nostre freddezze, i
nostri lenti, svogliati movimenti nel tuo
santo servizio, per il quale dovremmo avere
di continuo l'energia e la generosità del
più ardente amore!
Concedici, o buon Gesù per i meriti della
tua agonia dell'abbandono, che non Ti
lasciamo mai solo nel nostro cuore, ma
vigiliamo per udire la tua voce, che ci
indichi il tuo beneplacito, che vogliamo
sempre compiere. Rendici vigilanti a
pensarti, per meritare di vivere, con Te, i
tuoi misteri e, specialmente, le agonie alla
nostra miseria: rendici delicate e solerti
di trovarci sempre con Te, in Te, unico,
sommo Bene!
E la tua desolata agonia si prolunga oggi
nell'abbandono del Tabernacolo: questo
ineffabile prodigio, che Tu operi per
trovarti incessantemente a contatto con le
tue povere creature, è tanto negletto,
inapprezzato e Tu, Amore, stai sempre ad
aspettare, nella pietosa speranza che alcuno
ti ami e ti venga a cercare. E siamo noi che
abbiamo bisogno di Te, non Tu di noi, o
divino Indipendente ma... Tu ami e noi non
amiamo!... Le tue creature errano lontano,
affollano le piazze, le strade, s'immergono
in vane e fatali distrazioni e Tu, nella tua
sconsolata solitudine, invano le chiami, per
renderle la vera felicità!
Siamo cieche anche noi, o amabilissimo Gesù
nostro, siamo insipide e spensierate ma ti
supplichiamo ad accrescere il nostro amore,
a renderci impossibile dimenticarti nella
nostra giornata tutta dedita a Te, a
renderci capaci di farti dimenticare e
perdonare l'ingratitudine del mondo, ad
unirci a Te, per guadagnarti tutte le anime.
Tu hai agonizzato per salvarle; fà che tutte
ti cerchino e nessuna si perda!
«Passi da Me questo Calice» dicesti, o buon
Gesù, nell'angoscia intollerabile, al Padre,
che sempre ti aveva esaudito, ma questa
volta anch'Egli si rifiuta! Mistero
profondo! Sì, era necessario che Tu
assaporassi anche l'agonia del rifiuto del
Padre, per riparare i rifiuti innumerevoli
delle tue creature, per limitarne e renderne
meno fatali le conseguenze. Il Padre si
rifiuta di esaudirti, i Discepoli si
rifiutano un'ora di veglia e di preghiera e
noi tutti prolunghiamo per Te, dolcissimo
Salvatore, l'amarissima agonia del rifiuto.
Un consenso alle tue amorose richieste, un
“sì”, una serena vigilanza per conoscere la
tua Volontà e compiacerla, basterebbero a
consolarti e a renderci anche felici,
eppure... siamo così attaccati a noi stessi,
così amanti, stoltamente, della nostra
miseria, da lasciarti chiedere e attendere
invano! Tu, che non deludi mai nessuno,
resti sempre deluso: Tu, che sempre
esaudisci, non sei esaudito! E chiedi non
per Te, ma per noi, la cecità della creatura
è incredibile! O Gesù amatissimo, Tu vai
incessantemente mendicando amore: non
imponi, chiedi soltanto come se fossi
bisognoso e noi non rispondiamo.
Tu, onnipotente, sei impotente dinanzi alla
nostra libertà: è appunto questa libertà
nostra che ti fa agonizzare, che ti configge
alla croce! Lo vediamo, sì: Tu aspetti con
instancabile pazienza: da secoli aspetti le
anime e, quando giungono, mai le respingi,
perché le ami. Oh! Come potresti meglio
mostrare la tua Divinità che con questo
paziente amore? Soltanto Dio può amare così;
soltanto un Uomo-Dio può perdonare e
compatire così, esercitando la sua sovranità
con il sudore di Sangue della più atroce
agonia, che trionfa su tutte le
ingratitudini umane e si prolunga fino alla
morte di croce! O Gesù, vorremmo consolarti,
per gli amari rifiuti, che ricevi da noi e
dagli altri studiando i tuoi desideri e
consentendo a tutti con il più generoso
amore, ma come possiamo promettere,
conoscendo la nostra estrema fragilità e
incostanza?
Permetti, dunque, che invochiamo la tua
infinita misericordia, permetti che ti
ricordiamo l'atroce tua agonia,
supplicandoti a farci capaci di riparare, di
espiare, di amare davvero, tenendoci a Te
unite indissolubilmente. Fa' che in Te,
riusciamo ad amare tutti senza pretendere di
essere amate; facciamo piacere a tutti,
senza volere gratitudine; rispondiamo a
tutti, senz'aspettare ricambio. Concedici
quest'assenza di egoismo, questa vera
carità, secondo i tuoi insegnamenti, per
portare al tuo Tabernacolo un puro omaggio
di amore, a compenso del rifiuto delle anime
alle tue amorose richieste.
O Gesù, fa' che ti amiamo, affinché Tu abbia
a trasformarci poi tutto in un cuore che ti
ama! Fà che le anime ti conoscano per poter
amarti e non vi sia più alcun cuore in cui
Tu resti impotente!
O amabilissimo Gesù, Tu rispondi al rigoroso
rifiuto del Padre tuo con l'atto filiale del
più sereno abbandono: «Non come Io voglio,
Padre mio, ma come vuoi Tu»! Oh! Chi ci
concederà di saper contemplarti ed imitarti,
o dolcissimo Maestro, in questo tuo sublime
atteggiamento di abbandono, che è il più
grande amore?... E, accettato il volere del
Padre, accetti anche con ineffabile
mansuetudine, il rifiuto delle tue deboli
creature: «Dormite pure e riposatevi»! Sopra
di Te prendi lo scotto di tutte le nostre
infedeltà e, coraggioso, ti avanzi a
ricevere il bacio del tradimento! Questa
terza agonia Tu vedi spontaneamente seguire
le altre, o instancabile Amante, divino,
perché l'abbandono, il rifiuto, portano al
tradimento.
Chi non è con Te, lo dicesti, è contro di
Te. Giuda rifiutando di amarti, giunge a
tradirti e, resistendo agli ultimi richiami
della tua infinita misericordia, Ti consegna
nelle mani dei carnefici! E così ancora,
così sempre Tu agonizzi nel Tabernacolo,
dove sei tradito dal sacrilegi, dalle
profanazioni, dall'incomprensione più
scoraggiante!
E siamo anche noi, o Gesù, che ti
consegniamo nelle mani dei tuoi nemici, se
viviamo in noi stesse, se affondiamo
nell'egoismo, contentando i nostri desideri,
invece di studiare i tuoi, seguendo la
nostra volontà, piuttosto che la tua
adorabile, che si manifesta in ogni ordine
di obbedienza non solo, ma in qualunque
altra volontà, che non sia la nostra, sempre
pronta a tenderci insidie fatali alla
perfezione. La nostra fedeltà, la generosa
rinuncia, il nostro vero e forte amore,
palesi o silenziosi, sono il richiamo delle
anime a Te e, perciò, quando non siamo tutto
questo e non secondiamo il tuo beneplacito,
ci mettiamo nelle mani dei tuoi nemici,
commettiamo un tradimento e, purtroppo,
molte volte, senza inorridire, perché siamo
cieche e non diamo il vero peso alle nostre
infedeltà! Basta, o buon Gesù, basta:
concedici quella fedeltà perfetta, con la
quale anche una sola anima può riparare per
mille.
Fa' che ogni nostra azione ti esprima amore
e ottenga dalla tua bontà di conoscerti ed
amarti di più, sempre di più, per nascondere
al tuo sguardo l'ingratitudine umana.
Insegnaci a pensare sempre a Te, perché
cominceremo ad amare davvero quando non
penseremo più a noi!
Ti supplichiamo o Verbo Umanato per nostro
amore e agonizzante per la nostra salvezza,
parla Tu solo all'anima nostra e metti in
silenzio ogni altra voce. Degnati praticare,
nel nostro interno, un vuoto assoluto, un
silenzio perfetto di tutte le nostre
passioni, le nostre voglie, inclinazioni,
volontà, affinché, abbandonando tutto,
decisamente, consoliamo il tuo angoscioso
abbandono; consentendo sempre alle tue
amorose richieste, ripaghiamo gli amari
rifiuti che ricevi; accogliendoti in ogni
istante e donandoti a tutti, con la fedeltà
del nostro amore, cancelliamo i tradimenti,
di cui sei l'adorabile Vittima!
Ci troverai sempre sui tuoi passi, unite
alla tua agonia, assetate di provarti la
nostra sottomissione e il nostro distacco da
tutte le cose e da noi stesse, per aderire a
Te, unico Bene!
Suor M. Costanza Panas
LITANIE DEL SACRO CUORE DI GESU'
Signore, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, pietà.
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Cristo, esaudiscici.
Padre Celeste, che sei Dio abbi pietà di
noi
Figlio Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di
noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di
noi
Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo
nel seno della Vergine Maria abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, unito alla Persona del Verbo
di Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, maestà infinita abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, tempio santo di Dio abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fornace dì carità abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di
carità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pieno di bontà e di amore abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, degno di ogni lode abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tesoro inesauribile di
sapienza e di scienza abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui abita tutta la
pienezza della divinità abbi pietà di
noi
Cuore di Gesù, in cui il Padre si
compiacque abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, paziente e misericordioso abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli
che ti invocano abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, colmato di insulti abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri
peccati abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, vita e risurrezione nostra abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pace e riconciliazione nostra abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, vittima per i peccatori abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, speranza di chi muore in te abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, gioia di tutti i santi abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo esaudiscici, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo abbi pietà di noi.
Gesù, mite e umile di cuore, Rendi il nostro
cuore simile al tuo.
Preghiamo.
O Dio Padre, che nel Cuore del tuo
dilettissimo Figlio ci dai la gioia di
celebrare le grandi opere del suo amore per
noi, fa' che da questa fonte inesauribile
attingiamo l'abbondanza dei tuoi doni.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
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